Tra accuse di clientelismo e promesse di una sanità sempre più pubblica, la partita tra Fitto ed Emiliano. Oltre la pandemia

by Antonella Soccio

E adesso vuoi una sedia
Ma una sedia elettorale
E con i piedi gonfi come hai voglia di votare

Pino Daniele- Musica musica

Ultime ore prima del silenzio elettorale. In questa campagna, con poche tartine, nonostante il mangiatartine Giani candidato in Toscana, e ancor meno strette di mano, abbracci, avvicinamenti (con gran cruccio di tutti i social media manager affamati di immagini iconiche, che si sono dovuti inventare scatti, card e messaggi freddi, pescando nell’infanzia o nella retorica o peggio ancora nella poesia esistenzialista), la Puglia insieme alla Regione di Matteo Renzi assume un ruolo fondamentale, per la tenuta del Governo, sebbene tutti neghino, ma soprattutto per la riorganizzazione del quadro politico nel centrosinistra di Nicola Zingaretti.

Circolano sondaggi clandestini, tipici da ippodromo o da numeri al lotto. Ma si sa da tempo che la sfida in Puglia è abbastanza aperta tra Michele Emiliano e Raffaele Fitto, con la ostinata pentastellata Antonella Laricchia che davvero rischia di essere crocifissa per una settimana da Andrea Scanzi se sarà responsabile della sconfitta del governatore uscente e dell’ascesa del sovranismo di governo al Sud in una Regione amministrata quasi ovunque nelle grandi città (tranne il capoluogo dauno neo leghista di Franco Landella) dai cascami della primavera pugliese.

Il leader di Maglie, che al suo paese salentino con o senza pumi chiude anche la campagna elettorale, e tutti i suoi candidati hanno recitato nelle ultime due settimane il mantra del clientelismo, dei posti di lavoro attribuiti grazie alle tessere di partito.

In tempi di Covid molto si gioca sulla speranza sanitaria, per Oss, infermieri e altre figure legate alla risposta pandemica.

Più di un maggiorente ha messo in giro voci allarmanti, attraverso la messaggeria whatsapp.

Addirittura da Apricena il sindaco Antonio Potenza ha denunciato pressioni nella società in house SanitaService, che vide la luce in Capitanata come prima provincia con la sperimentazione di Nichi Vendola e l’ausilio dell’allora consigliere regionale Sel Arcangelo Sannicandro, con la internalizzazione di un sistema che vivacchiava nel privato minacciando barellieri e soccorritori con contratti da fame.

“Hanno chiamato i lavoratori da Sanitaservice, dicendo che se vincerà Fitto saranno tutti licenziati, questa è legalità?”, rileva Potenza in un messaggio.

Fitto ha agitato molto questo tema, senza però sciogliere il nodo della società in house. Se vincerà si tornerà alle coop private? Le internalizzazioni di Brindisi dei giorni scorsi lo hanno lasciato indifferente, mentre ha pubblicamente stigmatizzato gli incontri e le firme dei contratti a Taranto.

Fitto si è guardato bene dall’affermare che il suo modello di sanità sarà quello lombarda di Lega e Cl di formigoniana memoria, per non spaventare troppo l’elettorato.

Dai Fratelli d’Italia i consiglieri uscenti Ignazio Zullo e Giannicola De Leonardis hanno fatto notare come ci siano ricorsi al Tar pendenti, sarà la magistratura in prima battuta a pronunciarsi e fare chiarezza sulle varie dinamiche seguite provincia per provincia. Se a Foggia il presidente di Sanitàservice Massimo Russo, fedelissimo del transfuga Leo Di Gioia, ha indetto i concorsi, lo stesso non è accaduto a Taranto e a Brindisi.

La Commissione Sanità della Regione ha lavorato due anni su un disegno di legge che prevedeva la nascita dell’Areu , Azienda Regionale per Emergenza Urgenza, che avrebbe dovuto uniformare e assorbire le diverse Sanitaservice con stessi contratti e servizi. Sia Michele Emiliano sia l’ex direttore di Dipartimento Giancarlo Ruscitti, poi trasferitosi in Trentino, avevano definito una “babele” le Sanitaservice. Ma il ddl non è mai stato portato in consiglio regionale per la discussione e la approvazione finale.

I sindacati hanno però difeso le operazioni. La Usb è al fianco delle internalizzazioni da sempre.

Netto Santino Mangia dell’Alto Tavoliere. “Emiliano denunciato da “squali” legati al centro destra per le assunzioni in Sanitaservice senza concorso! L’ignoranza all’ennesima potenza. Questi signori, forse anche qualche insigne giurista dimenticano ( volutamente) che le Sanitaservice anche se detenute al 100% dalle Asl non possono indire concorsi ( che sono prerogativa solo della P.A.) ma, per correttezza e trasparenza, solo selezioni pubbliche e/o tramite ufficio di collocamento. Le sentenze 1572 e 1573 del Consiglio di Stato del 2011 ( avutesi dopo la sentenza della Corte Costituzionale dopo impugnativa del governo Berlusconi su indicazione di un suo ministro, Fitto, contro una legge regionale pugliese che regolamentava la clausola di salvaguardia già prevista con precedente legge del mai compianto, perché e’ durato poco, assessore Marco Barbieri), hanno statuito che era ed è legittimo, in fase di primo affidamento di un servizio alla società in house, il passaggio diretto dei Lavoratori utilizzati nel servizio dalla precedente azienda”.

Di certo, la sanità sarà un pezzo importante per la vittoria dell’uno o dell’altro candidato presidente. In gioco ci sono due modelli di sanità, ben riconoscibili che si scontrano dentro il dibattito eterno delle Sanitaservice. Una pubblica perseguita con forza in questi anni e l’altra mista, con una predominanza del privato.

La scelta ai e alle pugliesi. Tornare indietro conviene?

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