Il fisico atletico, lo sguardo sprezzante, la fossetta sul mento – dopo la laurea in lettere, il servizio militare in marina, l’apprendistato teatrale – s’impone con una galleria di personaggi aggressivi e violenti, spesso sgradevoli.
Cinema
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Sensibile discreta elegante, la scozzese Deborah Kerr – nasce a Helensburgh il 30 settembre 1921 e scompare a Suffolk il 6 ottobre 2007 – nel suo altalenante percorso d’attrice sembra perfetta per le suore, le lady, le governanti che lo schermo le affida fino a che non s’incrina lo strato di ghiaccio e si lascia tentare dalla passione.
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Il cinema del regista genovese si anima nella contrapposizione, tra indignazione sociale e esuberanza spettacolare, tra ambizione neorealista e tentazione allucinatoria, tra sguardo italiano e strabismo americano, tra empito drammatico e deformazione della commedia, tra epos e grottesco, ma anche tra genere e autobiografia, tra autore e professionista, tra regista e attore, tra regista e produttore.
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Il film è un continuo dialogo tra l’infanzia solitaria vissuta per strada da un orfano nella Napoli devastata del post-terremoto (Giuseppe Aiello sarà Ciro bambino) e il presente dello spietato boss, sopravvissuto al rendez vous sulla barca di Enzo “Sangue Blu” ed esiliato nell’odierna Riga.
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Cinema, Storie e Miti
Sergio Corbucci, da Django alla commedia: il regista che modificò gli stereotipi dei generi
Il film all’epoca ha un enorme successo in tutto il mondo. Quando qualche anno dopo Pier Paolo Pasolini va in Uganda per i sopralluoghi della sua Orestiade africana, non appena scoprono che è italiano per le strade tutti lo chiamano a gran voce “Django! Django!” Clamoroso l’omaggio che nel 2012 Quentin Tarantino gli dedica con Django Unchained, che rilancia il nome del regista italiano in tutto il mondo.
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Film
Aspromonte, Calopresti racconta la terra “di quelli che ancora rispettano i padri” con un western rupestre
La parabola simbolica di Aspromonte non cela le storture ataviche che frenano lo sviluppo del Sud: quel senso di comunità che prevale sull’appartenenza ad uno Stato che si volta dall’altra parte, giustificando l’atteggiamento della sua gente; la politica sorda ai bisogni delle persone, le forze dell’ordine zelanti nell’affossare i loro tentativi di opporvisi, l’omertà che fa muro davanti alle pressioni dell’autorità, salvando il balordo oppressore; l’ignoranza dei padri che fagocita le vite dei figli.
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La sua commedia più divertente è Frutto proibito (1942) di Billy Wilder, dove cavalca contemporaneamente la norma e la trasgressione, interpretando la ragazzina in sospetto di lolitismo, la madre che la sa lunga, la giovane donna da sposare.
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El Hoyo è la pellicola più politica ma anche quella dalla filigrana più commerciale tra i film visti sino ad ora nella competizione ufficiale del trentasettesimo Torino Film Festival, un attacco efficace al sistema sociale e alla lotta di classe mostrando i limiti del socialismo e soprattutto del capitalismo, esaltando la natura individuale e individualista dell’essere umano, vera causa della condanna.
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Cinema, Storie e Miti
Pupi Avati, l’horror e la paura creativa. “Eravamo produttori di immaginario, riempivamo il buio”
“I giovani sicuramente amano moltissimo l’horror come lo amavamo noi da giovani, ma amano l’horror che viene da Oltreoceano, l’horror asiatico, un horror nordamericano, hanno una qualche diffidenza per l’horror italiano”, ha detto il maestro
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L’attore Giuseppe Ragone è una delle (tante) belle sorprese di Gli uomini d’oro, il noir di Vincenzo Alfieri con Giampaolo Morelli, Edoardo Leo e Fabio De Luigi, attualmente nelle sale italiane, tratto dalla storia vera del colpo milionario realizzato nel 1997 da alcuni impiegati postali di Torino. Un ruolo importante che arriva dopo quello di Zazza, il giornalista di Lucania News che non fa mai sconti al sostituto procuratore Imma Tataranni nell’omonima fiction di successo di Rai 1