Nessun altro regista italiano ha come lui la vocazione del testimone, di chi ha vissuto al presente la storia del cinema, ma spesso anche della società, e può dire io c’ero. Nessuno più di Carlo Lizzani.
Cinema
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Non è da tutti debuttare a ventisei anni con un capolavoro che continua ancora oggi a fare discutere. La stessa scelta di prendersela con uno degli uomini più famosi e più potenti del mondo si rivela una scorciatoia verso la celebrità, con cui il favoloso personaggio è già da tempo in buoni rapporti.
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Il primo successo l’ottiene in tv con il serial Peyton Place. S’innamora del cinquantenne Frank Sinatra che sposa nel ’66 e lascia pochi mesi dopo, prima di seguire i Beatles nel loro ritiro spirituale in India alla corte del Maharishi.
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Nel cinema l’incontro decisivo è quello con John Ford che lo dirige in tre film di seguito facendolo entrare subito nel mito.
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Era solito dire: “Sono tutti e nessuno. Datemi un personaggio e sarò qualcuno, toglietemelo e non resterà nulla”, dove non si avverte tanto il facile pirandellismo dell’uno, nessuno, centomila, ma piuttosto l’angoscia del grande attore alle prese con il vuoto.
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Dopo Buster Keaton, tocca anche a Totó andare sul satellite, come se oltre agli scienziati fosse un permesso sempre accordato a quelli che fanno cinema
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Quando ci si chiede come gli sia riuscito di contribuire in modo così incisivo e determinante al decollo della serialità nazionale, non si possono dimenticare i percorsi intrecciati della sua vita straordinaria per cui un uomo di libri come lui si è incontrato con l’insegnamento, il palcoscenico, la televisione, acquisendo la dimensione mediologica purtroppo a lungo estranea alla cultura italiana.
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Diciamolo subito: esiste un cinema prima di Voyage dans la lune e un cinema dopo. In quindici minuti Méliès inventa un genere (o meglio lo sdogana, perché il genere, quello della fantascienza cinematografica, lui lo ha già inventato qualche anno prima), mostra al mondo l’esistenza degli effetti speciali, cambia trenta ambientazioni, crea (anche se non ne è consapevole) il primo film distribuito su scala mondiale della storia.
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Al di là della classica polemica politica tendente all’utopica perfezione organizzativo – economica, non può non segnalarsi la dinamicità della Fondazione Apulia Film Commission che proprio negli scorsi giorni ha dichiarato di prendersi una pausa da tutte le produzioni e i sostegni cinematografici
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Le sue canzoni, ispirate al flamenco, continuano a prosperare in Tunisia e nei paesi del Mashreq e oggi, a quasi trentanni dalla sua scomparsa, resta ancora un’icona assoluta