Nel suo intervento lo stesso regista – che si mette del pubblico, in difesa dei trentasette milioni di spettatori che hanno visto i suoi film, tanti per un paese di quarantasei milioni di abitanti – rifiuta il giudizio sommario, respinge l’accusa di facile, deteriore sentimentalismo.
Cinema
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Dopo tanti anni possiamo dirlo: Lillo e Greg sono cattivissimi ma non eccedono mai nel pecoreccio e anche il turpiloquio, nel loro universo, diviene qualcosa di altro, proprio perché incastrato tra giochi di parole surreali e privazioni di significato.
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Cinema, Storie e MitiFilm
Viale del Tramonto, il capolavoro di Billy Wilder che Hollywood non accettò mai
Il tema di Viale del Tramonto è la corruzione che esiste a Hollywood, quanto essa sia spietata e come la gente farebbe di tutto per fare carriera, anche se questo vuol dire andare a letto con una gloria del passato fuori di testa.
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Il film di Joanna Kos, Krzysztof Krauze è un gran bel film, in uno splendido bianco e nero, che si attaglia perfettamente agli scenari di una terra magnifica ma, al tempo stesso, inospitale
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Cinema, Storie e MitiFilm
Tempi moderni e la potenza del messaggio di Chaplin, vagabondo nevrotico alla catena di montaggio
Chaplin in Tempi Moderni lavora moltissimo sull’ontologia plastica scorrendo su e giù la grande catena di montaggio in cui gli oggetti inanimati diventano appendici del corpo e lo stesso corpo si rassegna inerte.
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Il volto dai tratti irregolari, il corpo sottile, i modi da ragazza borghese, ha solo quattordici anni quando un regista la ferma per la strada chiedendole se vuole fare del cinema.
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Film
“Mi emozionano le zone grigie nelle vite degli altri”. L’intervista al premio Oscar Marshall Curry
The neighbor’s window, il cortometraggio che quest’anno è valso a Marshall Curry il premio Oscar. Noi di bonculture l’abbiamo intervistato
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La mediazione e il dialogo erano i mezzi con cui Sergio affrontava ribelli, movimenti di liberazione, feroci dittatori o i cinici politici occidentali.
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Sono i lunghi mesi di Resistenza che Renata Viganò, come l’Agnese, visse, quelli che vengono narrati nel romanzo che lei stessa definì “antiretorico, antidrammatico, casalingo e domestico”. Agnese era una donna che visse, che scelse da che parte stare e che morì anche lei per mano fascista, il cui corpo non venne mai ritrovato. “Dovemmo fare il funerale a vuoto, un funerale su un nome. Lei, che risultava sempre presente, che non mancava a nessuna chiamata, quella volta non c’era”.
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La Ciociara però è anche l’unica testimonianza che parla al grande pubblico delle “marocchinate”, cioè gli atti di violenza sessuale e fisica ai danni di decine di migliaia di persone, soprattutto donne e bambini, compiuti dai goumiers francesi durante la Seconda Guerra Mondiale.